Cesare Basile "Saracena tour 2024"
Cesare Basile corde, voce, elettronica
Marco Giambrone chitarra elettrica, voce, elettronica
Massimo Ferrarotto percussioni, voce, elettronica
“Puoi scrivere solamente la storia della tua ferita, puoi scrivere solamente la storia del tuo esilio.”
Mahmud Darwish
Saracena è canzone d'esilio e spartenza.
Canzone di separazione dall'infanzia, dai luoghi, dalla lingua.
Canzone di pietre e nomi nascosti, terra calpestata dalle armate degli invasori, case abbandonate, rabbia che esplode il cuore e la carne.
Una lunga canzone scritta e registrata di getto nell'arco di due settimane masticando le parole del poeta palestinese Mahmud Darwish, quelle degli arabi di Sicilia condannati alla nostalgia come Abd al-Jabbar Ibn Hamdis, i versi di Santo Calì, le strofe popolari dell'abbandono di un'isola saracena negli intervalli delle melodie dei suoi Cantaturi.
Questi semi pestati insieme nel mortaio della Nakba per raccontare il dolore degli ulivi di Palestina.
Cesare Basile è un musicista compositore siciliano attivo sulla scena dai primi anni Ottanta.
Ha fatto parte di band seminali dell’underground italiano come Candida Lilith, Kim Squad, Quartered Shadows.
Il suo esordio solista è del 1994 quando, conclusa l’esperienza berlinese con i Quartered Shadows, pubblica l’album La Pelle cui seguono fino al 2019 dieci album in studio e un live.
Ha collaborato con diversi nomi della scena italiana e internazionale fra cui John Bonnar (Dead Can Dance), John Parish, Hugo Race, Steve Wynn (Dream Syndacate), Stef Kamil Carlens (Deus),Robert Fisher (Willard Grant Conspiracy), Sanou Ag Ahmed (Terakaft, Tinariwen), Nada Malanima, Manuel Agnelli (Afterhours), Alfio Antico.
Dal 2013 la sua ricerca musicale è dedita alla musica popolare afro mediterranea declinata letterariamente attraverso l’uso della lingua siciliana.
Vincitore di due Premi Tenco (uno rifiutato per motivazioni di lotta politica) pubblica oggi per Viceversa records “SARACENA”, album dedicato al dramma palestinese e alle diaspore degli ultimi.
Saracena è canzone d'esilio e spartenza.
Canzone di separazione dall'infanzia, dai luoghi, dalla lingua.
Canzone di pietre e nomi nascosti, terra calpestata dalle armate degli invasori, case abbandonate, rabbia che esplode il cuore e la carne.
Una lunga canzone scritta e registrata di getto nell'arco di due settimane masticando le parole del poeta palestinese Mahamud Darwish, quelle degli arabi di Sicilia condannati alla nostalgia come Abd al-Jabbar Ibn Hamdis, i versi di Santo Calì, le strofe popolari dell'abbandono di un'isola saracena negli intervalli delle melodie dei suoi Cantaturi.
Questi semi pestati insieme nel mortaio della Nakba per raccontare il dolore degli ulivi di Palestina.
Dates
Description
Cesare Basile corde, voce, elettronica
Marco Giambrone chitarra elettrica, voce, elettronica
Massimo Ferrarotto percussioni, voce, elettronica
“Puoi scrivere solamente la storia della tua ferita, puoi scrivere solamente la storia del tuo esilio.”
Mahmud Darwish
Saracena è canzone d'esilio e spartenza.
Canzone di separazione dall'infanzia, dai luoghi, dalla lingua.
Canzone di pietre e nomi nascosti, terra calpestata dalle armate degli invasori, case abbandonate, rabbia che esplode il cuore e la carne.
Una lunga canzone scritta e registrata di getto nell'arco di due settimane masticando le parole del poeta palestinese Mahmud Darwish, quelle degli arabi di Sicilia condannati alla nostalgia come Abd al-Jabbar Ibn Hamdis, i versi di Santo Calì, le strofe popolari dell'abbandono di un'isola saracena negli intervalli delle melodie dei suoi Cantaturi.
Questi semi pestati insieme nel mortaio della Nakba per raccontare il dolore degli ulivi di Palestina.
Cesare Basile è un musicista compositore siciliano attivo sulla scena dai primi anni Ottanta.
Ha fatto parte di band seminali dell’underground italiano come Candida Lilith, Kim Squad, Quartered Shadows.
Il suo esordio solista è del 1994 quando, conclusa l’esperienza berlinese con i Quartered Shadows, pubblica l’album La Pelle cui seguono fino al 2019 dieci album in studio e un live.
Ha collaborato con diversi nomi della scena italiana e internazionale fra cui John Bonnar (Dead Can Dance), John Parish, Hugo Race, Steve Wynn (Dream Syndacate), Stef Kamil Carlens (Deus),Robert Fisher (Willard Grant Conspiracy), Sanou Ag Ahmed (Terakaft, Tinariwen), Nada Malanima, Manuel Agnelli (Afterhours), Alfio Antico.
Dal 2013 la sua ricerca musicale è dedita alla musica popolare afro mediterranea declinata letterariamente attraverso l’uso della lingua siciliana.
Vincitore di due Premi Tenco (uno rifiutato per motivazioni di lotta politica) pubblica oggi per Viceversa records “SARACENA”, album dedicato al dramma palestinese e alle diaspore degli ultimi.
Saracena è canzone d'esilio e spartenza.
Canzone di separazione dall'infanzia, dai luoghi, dalla lingua.
Canzone di pietre e nomi nascosti, terra calpestata dalle armate degli invasori, case abbandonate, rabbia che esplode il cuore e la carne.
Una lunga canzone scritta e registrata di getto nell'arco di due settimane masticando le parole del poeta palestinese Mahamud Darwish, quelle degli arabi di Sicilia condannati alla nostalgia come Abd al-Jabbar Ibn Hamdis, i versi di Santo Calì, le strofe popolari dell'abbandono di un'isola saracena negli intervalli delle melodie dei suoi Cantaturi.
Questi semi pestati insieme nel mortaio della Nakba per raccontare il dolore degli ulivi di Palestina.