Linda Smith trio (U.s.a.)

Concerts
Linda Smith trio (U.s.a.)

Dates

Friday 2 May 2025 21:30

Description

#lachute presenta
#redrum live n.28

🔴 LINDA SMITH trio in concert

》ingresso 10 euro • riservato soci arci

info e prenotazioni
📲 339.8615225 333.7662434
📧 assculturalelachute@gmail.com

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Linda Smith scrive canzoni essenziali che portano impresso l’imprinting della musica indipendente più avventurosa. Il suo songwriting, scarno e privo di ornamenti, mette a nudo l’ossatura di melodie dense e profondamente umane. Canzoni sospese in una semplicità quasi trascendente, che sfidano il tempo perché non ancorate a un’epoca specifica, ma a uno spazio in cui la musica esiste nella sua forma più pura, libera dai dettami del presente e immune all’obsolescenza.
Quello di Linda Smith è stato un ritorno sorprendente, probabilmente inaspettato anche per lei. La sua è una storia particolare che parte a metà degli anni `80 a Baltimora, dove frequenta la scena DIY locale e suona con band minori che non lasceranno traccia come The Symptoms e Ceramic Madonna Head.
In quegli anni si trasferisce temporaneamente a New York, dove, in qualità di chitarrista e autrice, registra il singolo Miracles Tonight (1985) con i The Woods, una band che non ebbe molta fortuna. Il gruppo, inserito nel calderone del post-punk, riuscì comunque a farsi notare: era una delle formazioni preferite dal Village Voice dell’epoca, con concerti al CBGB e al Pyramid a impreziosire il curriculum. Quel singolo è stato ristampato di recente, nel 2023, sotto forma di album, So Long Before Now, arricchito da un pugno di inediti che ne ampliano il contesto.

Il ritorno a Baltimora, sul finire degli anni ‘80, anticipa di poco il periodo d’oro del “lo-fi”, grazie a Cobain e compagni che sdoganano un’attitudine ad uso e consumo del cosiddetto pubblico alternativo. Qualcuno, come Daniel Johnston, fa il botto. Per Linda si aprono al massimo piccole opportunità, in forma di singoli per etichette indie emergenti come Slumberland e Harriet Records. In compenso le sue registrazioni domestiche trovano un pubblico appassionato, nonostante la sua riluttanza a suonare dal vivo.
Tra il 1987 e il 1991 pubblica in cassetta The Space Between The Buildings, Do You Know The Way?, Love Songs For Laughs e Put It In Writing, lavori che consolidano il suo piccolo ma affezionato seguito.
Linda è una pioniera delle registrazioni casalinghe. Ad un certo punto, passa da un 4 a un 8 piste, un Fostex R8 che gli permetterà di registrare due lavori significativi: Nothing Else Matters (‘95) e I So Liked Spring (‘96), quest’ultimo con i testi estrapolati dal lavoro della poetessa Charlotte Mew. Le nuove possibilità di registrazione le consentono anche di ampliare lo spettro della strumentazione utilizzata e qualche campionamento fa la sua timida comparsa.
Tra queste fasi sperimentali si colloca il progetto Yours Truly, con l’album Domesticated (1999). Un lavoro dove Linda Smith interpreta le canzoni di Paul Baroody, adottando un tono decisamente wave che si adatta ai sintetizzatori rudimentali dello stesso Baroody.
L’ultima pubblicazione ufficiale di Linda Smith risale invece al 2001 con Emily’s House, un album concepito alla Millay Colony for the Arts di Austerlitz, New York, un luogo un tempo abitato dalla poetessa Edna St. Vincent Millay.
Da quel momento cala il silenzio, e il nome di Linda Smith si perde nelle cronache minori di una scena sopraffatta da mille cambiamenti: dallo streaming alle infinite possibilità di registrazione offerte dai computer in formato casalingo. Il mondo intimo e artigianale di Linda Smith finisce oscurato dalla modernità. Eppure, dopo quasi vent’anni, una sua vecchia canzone trova nuova attenzione: nel 2018, il brano I So Liked Spring riemerge grazie alla serie tv Forever di Amazon Prime.
È l’inizio di una stagione di riscoperta. Linda ritrova entusiasmo e collabora con i ragazzi di Captured Tracks (sì, quelli dei Lemon Twigs) a una serie di raccolte e ristampe, pubblicate per la prima volta in vinile, che, nonostante gli anni, non hanno perso un grammo del loro fascino originario.
Questi dischi le permettono di conquistare le pagine di The Wire, che le dedica una lunga intervista e un approfondito excursus sulla sua frastagliata discografia.