Otomo Yoshihide Special Big Band
Otomo Yoshihide Special Big Band (Giappone)
prima e unica data italiana
Otomo Yoshihide chitarra elettrica, direzione
Suzuki Hiroshi sax soprano, sax tenore
Egawa Ryoko sax soprano, sax alto
Higashi Ryota sax baritono, sax alto
Saito Kan flauto, ottavino
Inoue Nashie clarinetto, clarinetto basso
Sato Shutoku tromba, flicorno
Imagome Osamu trombone
Kimura Jinya tuba
Okuchi Shunsuke fisarmonica
Eto Naoko pianoforte, pianoforte elettrico
Kondo Tatsuo tastiere, armonica
Kawai Shinobu basso elettrico
Sachiko M elettronica, onde sinusoidali
Kobayashi Takefumi batteria, percussioni
Itoken batteria
Aikawa Hitomi percussioni
musiche di Otomo Yoshihide
Festival Aperto – Fondazione I Teatri di Reggio Emilia
in coproduzione con AngelicA | Centro di Ricerca Musicale
con il sostegno di Arts Council Tokyo
con la collaborazione di No Earplugs
Biglietti
da 10€ a 20€
Prevendite
https://bit.ly/3xw1lbT
Informazioni
Teatro Ariosto
t 0522.458811
biglietteria@iteatri.re.it – http://www.iteatri.re.it/tipo/aperto/
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Otomo Yoshihide è uno dei musicisti più importanti emersi dal Giappone dagli anni 90 a oggi. Proveniente dalla scena noise-improvvisativa di Tokyo, ha attraversato con inesausta creatività progetti diametralmente opposti come l’avant-rock sperimentale della sua prima band Ground Zero, il riduzionismo glitch di I.S.O. e Filament, personalissime riletture di jazz standard con il New Jazz Quintet, mantenendo in parallelo una prolifica attività come compositore di colonne sonore per cinema e televisione.
La Otomo Yoshihide Special Big Band è un progetto che potrebbe essere definito il culmine del lavoro di Otomo fino ad ora. Di fatto, l’ensemble era nato con il nome di “Otomo Yoshihide e Amachan Special Big Band”, una grande formazione assemblata per registrare la colonna sonora di Amachan, una popolarissima soap opera mattutina trasmessa dalla NHK tra aprile e settembre 2013, che incredibilmente, gli ha dato per la prima volta un successo mainstream nel suo paese.
Nel suo approccio jazzistico, la Big Band rappresenta anche il passo successivo rispetto al New Jazz Quintet (1999-2004) e alla sua versione ampliata, la Otomo Yoshihide New Jazz Orchestra (vista anche in Italia in un concerto presentato da Aperto in collaborazione con AngelicA nel novembre 2006).
Inoltre, nel nuovo millennio, l’impegno di Otomo intrapreso in laboratori d’improvvisazione e progetti partecipativi aperti sia a musicisti che non-musicisti (come l’ensemble, formato nel 2005, “The Otoasobi Project”, i cui membri includono persone con disabilità intellettive), ha costituito anch’esso un’influenza importante. Otomo ha inoltre coinvolto la Special Big Band nel Progetto FUKUSHIMA, da lui ha organizzato dopo il grande terremoto nel Giappone orientale per una serie di concerti in varie località tra cui Fukushima, Sapporo, Tokyo, Aichi e Gifu.
Le dimensioni dell’ensemble (qui di 17 elementi) e la caratterizzazione dell’organico consentono a Otomo di assommare tutte le proprie passioni musicali: una sezione di quattro percussioni che fornisce ritmi che vanno dal rock all’America Latina alle caracollanti band di strada della tradizione Chindon’ya giapponese; un ensemble di fiati che passa da concitazioni free alle brass band, allo ska, al jazz di New Orleans; i timbri nostalgici della fisarmonica di Okuchi Shunsuke; o ancora, le onde sinusoidali della storica collaboratrice Sachiko M, e la batteria di Takefumi Kobayashi, che trascina dietro di sé vigorosamente tutta la band – tutti elementi di una tavolozza che Otomo riesce a padroneggiare con una scrittura orchestrale brillante e virtuosistica.
L’ultimo album inciso dal gruppo, Stone Stone Stone, è uscito nel 2022, ma la sua registrazione è iniziata a giugno 2020, durante il lockdown per il Corona Virus. Il titolo del disco, e l’etichetta fondata appositamente per pubblicarlo, Little Stone Records, presero origine da un tweet, che Otomo lesse il 20 maggio 2020 da parte degli organizzatori di una manifestazione politica, che scrissero: “Abbiamo lanciato molte piccole pietre e la montagna si è mossa un po’”:
«”Ho iniziato a pensare” – spiega Otomo -, “che fare il mio lavoro musicale in modo giusto sia come lanciare piccoli sassi. Bisogna cominciare col realizzare con cura album ed etichette insieme agli artisti con cui lavoriamo e alle nuove persone che incontriamo. Spero che l’etichetta diventi un luogo da cui “lanciare tanti piccoli sassi per smuovere un po’ la montagna”.»
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Nato nel 1959, dopo aver suonato la chitarra in gruppi rock e jazz negli anni del liceo, a vent’anni Otomo Yoshihide si trasferisce a Tokyo per studiare improvvisazione con il chitarrista Masayuki “Joio” Takayanagi ed etnomusicologia con Akira Ebato. Inizia poi a suonare i giradischi come strumento (suonandoli anche senza dischi!), influenzato dall’ascolto dei sound system giamaicani, dei dj Hip Hop e di Christian Marclay.
Nel 1990 fonda la band avant-rock Ground Zero, che dura fino al 1998.
Nei successivi progetti come I.S.O. e Filament cambia in modo radicale il suo suono in senso estremamente riduzionista rispetto al dinamismo del gruppo precedente. Fonda nel 2001 l’Otomo Yoshihide’s New Jazz Quintet (che all’occasione passa dal trio all’Orchestra) in cui suona standard jazz, tra cui una rilettura integrale di Out to Lunch di Eric Dolphy. Ha suonato e inciso con moltissimi musicisti, tra cui Makigami Koichi, Tenko, Hoppy Kamiyama, David Moss, Richard Teitelbaum, Butch Morris, Syzygys, Phew, Yamatsuka Eye, Martin Tétreault, Günter Müller, Haco, Voice Crack, Bill Laswell, Taku Sugimoto, Rüdiger Carl, Kahimi Karie, Jim O’Rourke, Mats Gustafsson, David Sylvian, Ryuichi Sakamoto e Roger Turner.
Come compositore per il cinema ha prodotto più di 100 colonne sonore per cinema e televisione, da film d’autore underground a popolarissime soap opera, e proprio durante le registrazioni per la soap Amachan si è formata la Amachan Special Big Band, con la quale è stato chiamato a esibirsi persino nella trasmissione del concerto di capodanno 2013 della NHK.
Dopo avere inciso quattro cd (uno doppio dal vivo) come Amachan Big Band tra 2013 e 2014, l’ensemble ha continuato a fare tournée nel 2015 come Otomo Yoshihide Special Big Band, con concerti al Pit Inn di Shinjuku, all’Amber Hall di Kuji e alla Kuji Autumn Festival Parade. La loro esibizione allo Shinjuku Bunka Center di Tokyo, per commemorare il 50° anniversario del Pit Inn, è stata pubblicata sul cd Live At Shinjuku Pit Inn dalla label del locale. Il più recente lavoro pubblicato dalla Band è Stone Stone Stone, tramite la nuova etichetta di Otomo, Little Stone Records.
Ad AngelicA, Otomo ha suonato per la prima volta nel 1995 (con Jon Rose) e poi nel 1997, in solo e in 2 concerti con Ground-Zero Revolutionary Pekinese Opera e Ground-Zero Plays Standard, con Chris Cutler p53, e in House of Discipline (con Bob Ostertag e Mike Patton), per poi tornare nel 2006 con la New Jazz orchestra (a Reggio Emilia in collaborazione con Aperto) e nel 2023 con il progetto speciale/workshop Something Sweet Something Tender Orchestra.
Dates
Description
Otomo Yoshihide Special Big Band (Giappone)
prima e unica data italiana
Otomo Yoshihide chitarra elettrica, direzione
Suzuki Hiroshi sax soprano, sax tenore
Egawa Ryoko sax soprano, sax alto
Higashi Ryota sax baritono, sax alto
Saito Kan flauto, ottavino
Inoue Nashie clarinetto, clarinetto basso
Sato Shutoku tromba, flicorno
Imagome Osamu trombone
Kimura Jinya tuba
Okuchi Shunsuke fisarmonica
Eto Naoko pianoforte, pianoforte elettrico
Kondo Tatsuo tastiere, armonica
Kawai Shinobu basso elettrico
Sachiko M elettronica, onde sinusoidali
Kobayashi Takefumi batteria, percussioni
Itoken batteria
Aikawa Hitomi percussioni
musiche di Otomo Yoshihide
Festival Aperto – Fondazione I Teatri di Reggio Emilia
in coproduzione con AngelicA | Centro di Ricerca Musicale
con il sostegno di Arts Council Tokyo
con la collaborazione di No Earplugs
Biglietti
da 10€ a 20€
Prevendite
https://bit.ly/3xw1lbT
Informazioni
Teatro Ariosto
t 0522.458811
biglietteria@iteatri.re.it – http://www.iteatri.re.it/tipo/aperto/
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Otomo Yoshihide è uno dei musicisti più importanti emersi dal Giappone dagli anni 90 a oggi. Proveniente dalla scena noise-improvvisativa di Tokyo, ha attraversato con inesausta creatività progetti diametralmente opposti come l’avant-rock sperimentale della sua prima band Ground Zero, il riduzionismo glitch di I.S.O. e Filament, personalissime riletture di jazz standard con il New Jazz Quintet, mantenendo in parallelo una prolifica attività come compositore di colonne sonore per cinema e televisione.
La Otomo Yoshihide Special Big Band è un progetto che potrebbe essere definito il culmine del lavoro di Otomo fino ad ora. Di fatto, l’ensemble era nato con il nome di “Otomo Yoshihide e Amachan Special Big Band”, una grande formazione assemblata per registrare la colonna sonora di Amachan, una popolarissima soap opera mattutina trasmessa dalla NHK tra aprile e settembre 2013, che incredibilmente, gli ha dato per la prima volta un successo mainstream nel suo paese.
Nel suo approccio jazzistico, la Big Band rappresenta anche il passo successivo rispetto al New Jazz Quintet (1999-2004) e alla sua versione ampliata, la Otomo Yoshihide New Jazz Orchestra (vista anche in Italia in un concerto presentato da Aperto in collaborazione con AngelicA nel novembre 2006).
Inoltre, nel nuovo millennio, l’impegno di Otomo intrapreso in laboratori d’improvvisazione e progetti partecipativi aperti sia a musicisti che non-musicisti (come l’ensemble, formato nel 2005, “The Otoasobi Project”, i cui membri includono persone con disabilità intellettive), ha costituito anch’esso un’influenza importante. Otomo ha inoltre coinvolto la Special Big Band nel Progetto FUKUSHIMA, da lui ha organizzato dopo il grande terremoto nel Giappone orientale per una serie di concerti in varie località tra cui Fukushima, Sapporo, Tokyo, Aichi e Gifu.
Le dimensioni dell’ensemble (qui di 17 elementi) e la caratterizzazione dell’organico consentono a Otomo di assommare tutte le proprie passioni musicali: una sezione di quattro percussioni che fornisce ritmi che vanno dal rock all’America Latina alle caracollanti band di strada della tradizione Chindon’ya giapponese; un ensemble di fiati che passa da concitazioni free alle brass band, allo ska, al jazz di New Orleans; i timbri nostalgici della fisarmonica di Okuchi Shunsuke; o ancora, le onde sinusoidali della storica collaboratrice Sachiko M, e la batteria di Takefumi Kobayashi, che trascina dietro di sé vigorosamente tutta la band – tutti elementi di una tavolozza che Otomo riesce a padroneggiare con una scrittura orchestrale brillante e virtuosistica.
L’ultimo album inciso dal gruppo, Stone Stone Stone, è uscito nel 2022, ma la sua registrazione è iniziata a giugno 2020, durante il lockdown per il Corona Virus. Il titolo del disco, e l’etichetta fondata appositamente per pubblicarlo, Little Stone Records, presero origine da un tweet, che Otomo lesse il 20 maggio 2020 da parte degli organizzatori di una manifestazione politica, che scrissero: “Abbiamo lanciato molte piccole pietre e la montagna si è mossa un po’”:
«”Ho iniziato a pensare” – spiega Otomo -, “che fare il mio lavoro musicale in modo giusto sia come lanciare piccoli sassi. Bisogna cominciare col realizzare con cura album ed etichette insieme agli artisti con cui lavoriamo e alle nuove persone che incontriamo. Spero che l’etichetta diventi un luogo da cui “lanciare tanti piccoli sassi per smuovere un po’ la montagna”.»
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Nato nel 1959, dopo aver suonato la chitarra in gruppi rock e jazz negli anni del liceo, a vent’anni Otomo Yoshihide si trasferisce a Tokyo per studiare improvvisazione con il chitarrista Masayuki “Joio” Takayanagi ed etnomusicologia con Akira Ebato. Inizia poi a suonare i giradischi come strumento (suonandoli anche senza dischi!), influenzato dall’ascolto dei sound system giamaicani, dei dj Hip Hop e di Christian Marclay.
Nel 1990 fonda la band avant-rock Ground Zero, che dura fino al 1998.
Nei successivi progetti come I.S.O. e Filament cambia in modo radicale il suo suono in senso estremamente riduzionista rispetto al dinamismo del gruppo precedente. Fonda nel 2001 l’Otomo Yoshihide’s New Jazz Quintet (che all’occasione passa dal trio all’Orchestra) in cui suona standard jazz, tra cui una rilettura integrale di Out to Lunch di Eric Dolphy. Ha suonato e inciso con moltissimi musicisti, tra cui Makigami Koichi, Tenko, Hoppy Kamiyama, David Moss, Richard Teitelbaum, Butch Morris, Syzygys, Phew, Yamatsuka Eye, Martin Tétreault, Günter Müller, Haco, Voice Crack, Bill Laswell, Taku Sugimoto, Rüdiger Carl, Kahimi Karie, Jim O’Rourke, Mats Gustafsson, David Sylvian, Ryuichi Sakamoto e Roger Turner.
Come compositore per il cinema ha prodotto più di 100 colonne sonore per cinema e televisione, da film d’autore underground a popolarissime soap opera, e proprio durante le registrazioni per la soap Amachan si è formata la Amachan Special Big Band, con la quale è stato chiamato a esibirsi persino nella trasmissione del concerto di capodanno 2013 della NHK.
Dopo avere inciso quattro cd (uno doppio dal vivo) come Amachan Big Band tra 2013 e 2014, l’ensemble ha continuato a fare tournée nel 2015 come Otomo Yoshihide Special Big Band, con concerti al Pit Inn di Shinjuku, all’Amber Hall di Kuji e alla Kuji Autumn Festival Parade. La loro esibizione allo Shinjuku Bunka Center di Tokyo, per commemorare il 50° anniversario del Pit Inn, è stata pubblicata sul cd Live At Shinjuku Pit Inn dalla label del locale. Il più recente lavoro pubblicato dalla Band è Stone Stone Stone, tramite la nuova etichetta di Otomo, Little Stone Records.
Ad AngelicA, Otomo ha suonato per la prima volta nel 1995 (con Jon Rose) e poi nel 1997, in solo e in 2 concerti con Ground-Zero Revolutionary Pekinese Opera e Ground-Zero Plays Standard, con Chris Cutler p53, e in House of Discipline (con Bob Ostertag e Mike Patton), per poi tornare nel 2006 con la New Jazz orchestra (a Reggio Emilia in collaborazione con Aperto) e nel 2023 con il progetto speciale/workshop Something Sweet Something Tender Orchestra.