Paolo Briguglia - Un amore

45 ° Festival La Versiliana
lunedì 15 luglio, ore 21:30
Teatro La Versiliana, Marina di Pietrasanta
Paolo Briguglia
UN AMORE
“Un amore”, nel riadattamento del testo reso in forma di monologo, ha l’intento di celebrare l’omonimo romanzo, ingiustamente considerato opera minore di Dino Buzzati. A portare sul palcoscenico l’unico scritto “erotico” dell’autore, è l’attore Paolo Briguglia, noto per le sue numerose interpretazioni di successo sul piccolo e grande schermo, oltre che a teatro. Diretto da Alessandra Pizzi, Paolo darà corpo e voce al protagonista della storia, Antonio Dorigo, un uomo egoista, superficiale, disinteressato ad affetti sinceri e fruitore di prestazioni sessuali occasionali con ragazze molto giovani, anche minorenni. Quando Laide, una giovane ballerina di fila della Scala farà ingresso nella sua vita, Dorigo farà esperienza di un amore vero, di esemplare limpidezza, ma desinato a smarrirsi nella menzogna come in un labirinto.
Buzzati lascia il lettore viaggiare nella mente del protagonista, tra i suoi pensieri ossessionanti, nel fluire come un fiume in piena di monologhi interiori che spezzano il respiro, arrecando sensazioni di malessere e portando alla luce le inquietudini e i numerosi interrogativi che attanagliano la mente di Dorigo. Allo stesso modo, anche nella rappresentazione teatrale, è proprio la serie di domande retoriche ad esplicitare i pensieri del personaggio nella loro contraddizione, e Paolo Briguglia, attore eclettico dotato di grande sensibilità e intensità interpretativa, riesce a rendere nel migliore dei modi i meccanismi mentali che entrano in funzione nella testa di Antonio Dorigo.
La dimensione spazio temporale entro cui i protagonisti si muovono è scandita dalla musica: la scelta della colonna sonora di dimensioni pop, nazional popolare, che rispetta l’intensa produzione musicale e cantautorale degli anni 60, tra ”’ma che freddo fa” di Nada e la “innamorati a Milano” di Remigi, ricrea quel fermento artistico e produttivo proprio di quegli anni, anni di grande frenesia, dove la ripresa economica fa da contraltare a una borghesia bigotta che al valore umano, sostituisce pian piano il valore del denaro e della “posizione sociale”.
Dorigo attende e si fa domande, sperando, al contempo, che le cose vadano per il meglio. La paura che la propria amata non si presenti all’appuntamento; la gelosia che prova nel pensare che lei possa essere con qualcun altro; l’ansia di vederla anche solo per qualche minuto, solo il tempo di accompagnarla alla stazione. Sono tutti sentimenti che Dorigo prova, ma che qualsiasi innamorato ha provato. Anzi, per usare le parole di Montale, che “tutti gli uomini che non hanno gli occhi e il cuore foderati da una cotenna di lardo hanno almeno virtualmente provato”.
Ma è appropriato il termine “amore”?
L’amore dipinto da Buzzati è estremamente attuale; in un epoca in cui le notizie di femminicidi ci raggiungono quotidianamente, Buzzati dipinge perfettamente il ritratto di un rapporto morboso, un equivoco, dove l’ossessione viene confusa con l’amore.
Dates
Venue
Parco della Versiliana
55045 Pietrasanta (LU)With
Description
45 ° Festival La Versiliana
lunedì 15 luglio, ore 21:30
Teatro La Versiliana, Marina di Pietrasanta
Paolo Briguglia
UN AMORE
“Un amore”, nel riadattamento del testo reso in forma di monologo, ha l’intento di celebrare l’omonimo romanzo, ingiustamente considerato opera minore di Dino Buzzati. A portare sul palcoscenico l’unico scritto “erotico” dell’autore, è l’attore Paolo Briguglia, noto per le sue numerose interpretazioni di successo sul piccolo e grande schermo, oltre che a teatro. Diretto da Alessandra Pizzi, Paolo darà corpo e voce al protagonista della storia, Antonio Dorigo, un uomo egoista, superficiale, disinteressato ad affetti sinceri e fruitore di prestazioni sessuali occasionali con ragazze molto giovani, anche minorenni. Quando Laide, una giovane ballerina di fila della Scala farà ingresso nella sua vita, Dorigo farà esperienza di un amore vero, di esemplare limpidezza, ma desinato a smarrirsi nella menzogna come in un labirinto.
Buzzati lascia il lettore viaggiare nella mente del protagonista, tra i suoi pensieri ossessionanti, nel fluire come un fiume in piena di monologhi interiori che spezzano il respiro, arrecando sensazioni di malessere e portando alla luce le inquietudini e i numerosi interrogativi che attanagliano la mente di Dorigo. Allo stesso modo, anche nella rappresentazione teatrale, è proprio la serie di domande retoriche ad esplicitare i pensieri del personaggio nella loro contraddizione, e Paolo Briguglia, attore eclettico dotato di grande sensibilità e intensità interpretativa, riesce a rendere nel migliore dei modi i meccanismi mentali che entrano in funzione nella testa di Antonio Dorigo.
La dimensione spazio temporale entro cui i protagonisti si muovono è scandita dalla musica: la scelta della colonna sonora di dimensioni pop, nazional popolare, che rispetta l’intensa produzione musicale e cantautorale degli anni 60, tra ”’ma che freddo fa” di Nada e la “innamorati a Milano” di Remigi, ricrea quel fermento artistico e produttivo proprio di quegli anni, anni di grande frenesia, dove la ripresa economica fa da contraltare a una borghesia bigotta che al valore umano, sostituisce pian piano il valore del denaro e della “posizione sociale”.
Dorigo attende e si fa domande, sperando, al contempo, che le cose vadano per il meglio. La paura che la propria amata non si presenti all’appuntamento; la gelosia che prova nel pensare che lei possa essere con qualcun altro; l’ansia di vederla anche solo per qualche minuto, solo il tempo di accompagnarla alla stazione. Sono tutti sentimenti che Dorigo prova, ma che qualsiasi innamorato ha provato. Anzi, per usare le parole di Montale, che “tutti gli uomini che non hanno gli occhi e il cuore foderati da una cotenna di lardo hanno almeno virtualmente provato”.
Ma è appropriato il termine “amore”?
L’amore dipinto da Buzzati è estremamente attuale; in un epoca in cui le notizie di femminicidi ci raggiungono quotidianamente, Buzzati dipinge perfettamente il ritratto di un rapporto morboso, un equivoco, dove l’ossessione viene confusa con l’amore.