Presentazione del libro “Canzoniere” di Angelo Sturiale
![Presentazione del libro “Canzoniere” di Angelo Sturiale](https://img.evients.com/images/f1920x1080/42/2c/2b/31/422c2b3140ec472a86dbd76d2d7787ce.jpg)
Mercoledì 14 febbraio alle 17:30 - Sala grigia
Presentazione del libro “Canzoniere” di Angelo Sturiale (Edizioni Le Farfalle, 2024).
Dialogherà con l’autore Angelo Santangelo.
Un vero e proprio itinerarium mentis è il libro di Angelo Sturiale, in cui i versi sono creature liquide, multiformi, indefinite, cangianti. Ne scaturisce una poetica caleidoscopica della meraviglia e della creazione «tra concetti e parole, tra musiche e suoni, tra segni e gesti e tra linee e colori», in cui la poesia «non gioca mai a nascondino», ma, originatasi da un tripudio di “simmetrie sonore” e “radici aeree”, sogna l’opera d’arte più “bella” e “vera”, senza infingimenti, vacui proclami e adulazioni di maniera, per cui «Questi poemi […] costituiscono ponti per le debolezze / dell’anima». […] Ed ecco aleggiare un “respiro di farfalla”, che si libra sopra le rovine della civiltà occidentale di cui la Sicilia è il triviale ritratto: «Andrò via dalle strade ingoiate dall'asfalto, dalle / feste rumorose, dai cani a sbraitare nelle notti rosa e nere / dei tramonti violentati da reati e omertà» verso una palingenesi che ha il nome di Oriente, antidoto efficace contro “specchi”, “centri”, “punti” ed “isterie”. (Dal risvolto di copertina di Angelo Santangelo).
da “Lente”:
Ti ho smarrito in un pomeriggio assolato di panico
e tempesta, di suppliche e scongiuri per schivare l'abisso
infinito del tuo imminente abbandono. Ti ho cercato
invano tra gli esotici aromi di terre assai amate, tra i
paesaggi di sogni ormai troppo lontani, tra le reti
profonde che nei mari pescosi separavano me dal tuo
continente di giada. Ti ho perduto tra la folla accaldata
e i mercati gremiti di agosto che svendevano carni e
fiori come il mio cuore ormai cavo senza più te e le tue
false carezze. Ho chiesto a chiunque dove mai potessi
recarti senza più il mio amore perenne e perdente,
senza l'eccesso esclusivo delle mie ansie malate, delle
analisi ossessive e i ricorsivi dilemmi delle mie intuizioni. […].
da “Via”:
[…] E questi chilometri di rara simmetria
e sensualità struggente tra le mille curve e i pochi
rettilinei di queste strade come gemme incastonate
tra oceani di cemento cocente e inalterabile degrado,
parlano di poesie e silenzio, di cromatici equilibri senza
alcun difetto o distrazione, nutrono il cuore con serene
riflessioni, senza l'ombra o l'eco di spinte e gomitate,
di meschine invidie, di tossiche amicizie agghindate da
inganni e ipocrisie. I contorni di queste povere case tra
i giardini e le macchie di colore e i cavalli solitari, tra le
cavità sulle pareti abbandonate da cui spiare idealmente
il mondo, iniettano sul corpo una luce diversa da ogni
altra luce, accarezzano i pensieri e li addolciscono mentre
là fuori si consuma uno spettacolo di musica e natura di
incredibile bellezza, tra la sconcezza di scritte e parolacce
imbrattate su pareti occasionali, occultate da frasche e
cespugli, da coperte e cianfrusaglie nei garage e cantine
dimenticate da indolenza e oblio. […].
da “Angelo Capovolto”:
Dove vai, angelo capovolto dal mondo? Dove vai con
le ali nervose e spiegate che solcano i cieli imbrattati
di rame? E dalle nubi capienti e imbiancate di piombo,
dal frastuono di bianco e di nero che delinea il tuo occhio,
dove mai te ne vai coi fortissimi e i piani che schiacci e
nobiliti col tuo tocco di ali? Dove vai, o mio angelo
inquieto coi tuoi suoni di incanto? Dove vai con quel
manto che striscia e che graffia tra le corde di fiumi e
colline intrecciate alle piume di penne, alle penne d'
inchiostro con cui tracci e disegni senza alcun orizzonte? […].
Dates
Description
Mercoledì 14 febbraio alle 17:30 - Sala grigia
Presentazione del libro “Canzoniere” di Angelo Sturiale (Edizioni Le Farfalle, 2024).
Dialogherà con l’autore Angelo Santangelo.
Un vero e proprio itinerarium mentis è il libro di Angelo Sturiale, in cui i versi sono creature liquide, multiformi, indefinite, cangianti. Ne scaturisce una poetica caleidoscopica della meraviglia e della creazione «tra concetti e parole, tra musiche e suoni, tra segni e gesti e tra linee e colori», in cui la poesia «non gioca mai a nascondino», ma, originatasi da un tripudio di “simmetrie sonore” e “radici aeree”, sogna l’opera d’arte più “bella” e “vera”, senza infingimenti, vacui proclami e adulazioni di maniera, per cui «Questi poemi […] costituiscono ponti per le debolezze / dell’anima». […] Ed ecco aleggiare un “respiro di farfalla”, che si libra sopra le rovine della civiltà occidentale di cui la Sicilia è il triviale ritratto: «Andrò via dalle strade ingoiate dall'asfalto, dalle / feste rumorose, dai cani a sbraitare nelle notti rosa e nere / dei tramonti violentati da reati e omertà» verso una palingenesi che ha il nome di Oriente, antidoto efficace contro “specchi”, “centri”, “punti” ed “isterie”. (Dal risvolto di copertina di Angelo Santangelo).
da “Lente”:
Ti ho smarrito in un pomeriggio assolato di panico
e tempesta, di suppliche e scongiuri per schivare l'abisso
infinito del tuo imminente abbandono. Ti ho cercato
invano tra gli esotici aromi di terre assai amate, tra i
paesaggi di sogni ormai troppo lontani, tra le reti
profonde che nei mari pescosi separavano me dal tuo
continente di giada. Ti ho perduto tra la folla accaldata
e i mercati gremiti di agosto che svendevano carni e
fiori come il mio cuore ormai cavo senza più te e le tue
false carezze. Ho chiesto a chiunque dove mai potessi
recarti senza più il mio amore perenne e perdente,
senza l'eccesso esclusivo delle mie ansie malate, delle
analisi ossessive e i ricorsivi dilemmi delle mie intuizioni. […].
da “Via”:
[…] E questi chilometri di rara simmetria
e sensualità struggente tra le mille curve e i pochi
rettilinei di queste strade come gemme incastonate
tra oceani di cemento cocente e inalterabile degrado,
parlano di poesie e silenzio, di cromatici equilibri senza
alcun difetto o distrazione, nutrono il cuore con serene
riflessioni, senza l'ombra o l'eco di spinte e gomitate,
di meschine invidie, di tossiche amicizie agghindate da
inganni e ipocrisie. I contorni di queste povere case tra
i giardini e le macchie di colore e i cavalli solitari, tra le
cavità sulle pareti abbandonate da cui spiare idealmente
il mondo, iniettano sul corpo una luce diversa da ogni
altra luce, accarezzano i pensieri e li addolciscono mentre
là fuori si consuma uno spettacolo di musica e natura di
incredibile bellezza, tra la sconcezza di scritte e parolacce
imbrattate su pareti occasionali, occultate da frasche e
cespugli, da coperte e cianfrusaglie nei garage e cantine
dimenticate da indolenza e oblio. […].
da “Angelo Capovolto”:
Dove vai, angelo capovolto dal mondo? Dove vai con
le ali nervose e spiegate che solcano i cieli imbrattati
di rame? E dalle nubi capienti e imbiancate di piombo,
dal frastuono di bianco e di nero che delinea il tuo occhio,
dove mai te ne vai coi fortissimi e i piani che schiacci e
nobiliti col tuo tocco di ali? Dove vai, o mio angelo
inquieto coi tuoi suoni di incanto? Dove vai con quel
manto che striscia e che graffia tra le corde di fiumi e
colline intrecciate alle piume di penne, alle penne d'
inchiostro con cui tracci e disegni senza alcun orizzonte? […].