Vera Gheno

VERA GHENO
Lunedì 16 Giugno 2025
@ Hiroshima Sound Garden, la rassegna estiva dell'Hiroshima Mon Amour!
Biglietti disponibili qui: https://bit.ly/GHENO_16Giugno_Mailticket
Le parole sono centrali nelle nostre vite e dischiudono infinite opportunità, per questo dovremmo instaurare con loro una vera e propria relazione amorosa, sana, libera, matura. Le parole ci permettono di vivere meglio e ci danno la possibilità di cambiare il mondo. Con queste affermazioni, la sociolinguista Vera Gheno torna ad affrontare il tema della lingua, questa volta con il monologo “Grammamanti”. Cosa vuol dire essere grammamanti? Un grammamante è chi ama la lingua in modo non violento, la studia e cosí comprende di doverla lasciare libera di mutare a seconda delle evoluzioni della società, cioè degli usi che le persone ne fanno ogni giorno parlando. Essere invece grammarnazi significa difendere la lingua chiudendosi dentro a una fortezza di certezze tanto monolitiche quanto quasi sempre esili; chi decide di abbracciare la filosofia grammamante, invece, non ha paura di abbandonare il linguapiattismo, ossia la convinzione che le parole che usiamo siano sacre, immobili e immutabili. Perché per fortuna, malgrado la volontà violenta di chi le vorrebbe sempre uguali a loro stesse, le parole cambiano: alcune si modificano, altre muoiono, ma altre ancora, nel contempo, nascono. E tutto questo dipende da noi parlanti: non c’è nessuna Accademia che possa davvero prescrivere gli usi che possiamo farne; siamo noi a deciderlo e permettere il cambiamento. È tempo di smettere di essere grammarnazi e tornare ad amare la nostra lingua, apprezzandola per quello che davvero è: uno strumento potentissimo per conoscere sé stessi e costruire la società migliore che vorremmo. Con “Grammamanti”, Vera Gheno racconta del bisogno di recuperare un rapporto intimo, quasi carnale, con la propria lingua madre. Dove amarla non significa difenderla da nemici immaginari, da presunte corruzioni, ma celebrarla a ogni frase, sceglierne con cura ogni parola, gustandosela in bocca, come un frutto maturo. Vuol dire smettere di pensare a come si devono dire le cose e spalancare la mente a come si possono dire le cose.
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Description
VERA GHENO
Lunedì 16 Giugno 2025
@ Hiroshima Sound Garden, la rassegna estiva dell'Hiroshima Mon Amour!
Biglietti disponibili qui: https://bit.ly/GHENO_16Giugno_Mailticket
Le parole sono centrali nelle nostre vite e dischiudono infinite opportunità, per questo dovremmo instaurare con loro una vera e propria relazione amorosa, sana, libera, matura. Le parole ci permettono di vivere meglio e ci danno la possibilità di cambiare il mondo. Con queste affermazioni, la sociolinguista Vera Gheno torna ad affrontare il tema della lingua, questa volta con il monologo “Grammamanti”. Cosa vuol dire essere grammamanti? Un grammamante è chi ama la lingua in modo non violento, la studia e cosí comprende di doverla lasciare libera di mutare a seconda delle evoluzioni della società, cioè degli usi che le persone ne fanno ogni giorno parlando. Essere invece grammarnazi significa difendere la lingua chiudendosi dentro a una fortezza di certezze tanto monolitiche quanto quasi sempre esili; chi decide di abbracciare la filosofia grammamante, invece, non ha paura di abbandonare il linguapiattismo, ossia la convinzione che le parole che usiamo siano sacre, immobili e immutabili. Perché per fortuna, malgrado la volontà violenta di chi le vorrebbe sempre uguali a loro stesse, le parole cambiano: alcune si modificano, altre muoiono, ma altre ancora, nel contempo, nascono. E tutto questo dipende da noi parlanti: non c’è nessuna Accademia che possa davvero prescrivere gli usi che possiamo farne; siamo noi a deciderlo e permettere il cambiamento. È tempo di smettere di essere grammarnazi e tornare ad amare la nostra lingua, apprezzandola per quello che davvero è: uno strumento potentissimo per conoscere sé stessi e costruire la società migliore che vorremmo. Con “Grammamanti”, Vera Gheno racconta del bisogno di recuperare un rapporto intimo, quasi carnale, con la propria lingua madre. Dove amarla non significa difenderla da nemici immaginari, da presunte corruzioni, ma celebrarla a ogni frase, sceglierne con cura ogni parola, gustandosela in bocca, come un frutto maturo. Vuol dire smettere di pensare a come si devono dire le cose e spalancare la mente a come si possono dire le cose.